Credo che buona parte dei miei acquerelli sia permeata da una "ragionata emotività". Infatti l'esercizio del pensiero, di fronte ai paesaggi che vedo e frequento nella loro mutevole realtà, mi impone degli schemi che puntualmente l'emotività alla fine modifica, sconvolge, altera.

E così il paesaggio si trasforma. Diventa memoria e sedimento di un momento vissuto. Perciò il rapporto originario col tempo e con il luogo svanisce.

Rimane l'emozione.